
Al Maestro Ughi la cosa non è andata giù, e ha sparato veleno sul povero capellone reo di essere popolare come Jovanotti (che l'ha "scoperto"), di fare musica facile, che "un tempo non l'avrebbero nemmeno ammesso al Conservatorio".
Io lo capisco, Ughi, anche a me dà spesso fastidio la gente che si avvicina a cose un tempo di nicchia solo perché è arrivato un pimpante messia, anche perché chi invece a quella nicchia ci apparteneva sa quant'è duro sentirsi emarginati per la propria passione. Non c'è più rispetto per gli sfigati...
D'altro canto non è certo colpa di Allevi se il popolino si fa sedurre da un giovincello che zompetta, che è sempre felice, che va a braccetto con Jovanotti. Perciò trovo ingiusto aver accusato Allevi sul piano musicale oltre che su quello mediatico. Poi, oh, io non me ne intendo di musica, ma come ha giustamente risposto Allevi (ammesso che Ughi abbia ragione e Allevi sia mediocre) "com'è possibile che la musica offenda?".
La faccenda mi ha appassionato. Mi ha coinvolto. Allevi con tutta la sua umiltà racconta di quando era un piccolo fragile capellone che si intrufolò nei camerini per strappare un autografo a Uto Ughi, all'epoca il suo mito. E aggiunge che quel trofeo che per anni è stato motivo di orgoglio ora non ha più nessun valore. GIOVANNI! Giovanni... quanto ti capisco. Ho giusto recentemente provato una simile umiliazione con un autore di fumetti. Non c'è più rispetto per gli sfigati...